Lettera aperta al Presidente del Consiglio/Amministratori locali inadeguati e l’incuria dello Stato penalizzano il Mezzogiorno

Piano per il Sud, tanto tuonò che piovve

Lettera aperta al Presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi

Caro Presidente, tanto tuonò che piovve. Il Consiglio dei Ministri ha votato il Piano per il Sud. Vedremo i contenuti e daremo il nostro giudizio compiuto quando avremo verificato che non si tratta di parole vuote, come tante volte è successo nel passato con tanti governi di centro-destra e di centro-sinistra.

Erano decenni che non si parlava del Mezzogiorno se non come di un fastidioso problema.

Il Mezzogiorno è in coma profondo e lo è da diverso tempo. Le cure devono essere numerose e appropriate. Il federalismo, ancorché per noi repubblicani sia un fatto positivo che fa parte della nostra storia, rischia di dividere ancor di più l’Italia. Una riforma di tale portata, che noi pur accettiamo, rischia di riportare il Paese al pre-Risorgimento proprio nell’anno delle celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità d’Italia.

La riforma è necessaria ma non sufficiente, o addirittura deleteria se non ci si avvia tutti dallo stesso nastro di partenza.

Presidente, nel Sud non funziona più niente anzi, peggio ancora, tutto funziona male. Per colpa degli amministratori locali e per incuria dello Stato.

Nel 2004 i repubblicani presentarono un disegno di legge per l’"Istituzione del Ministero per lo Sviluppo del Mezzogiorno". Non fu esaminato nemmeno dalle Commissioni parlamentari competenti. Sarebbe stato un ministero senza portafoglio, di solo coordinamento delle risorse finanziarie europee, nazionali, regionali e anche locali.

Oggi lo riproporrò a mia firma. Immagino che resterà lettera morta.

Il profondo Sud è tanto profondo che da Palazzo Chigi non si vede più da tantissimi anni.

Le polemiche che rimproverano al Sud di non utilizzare le risorse sono del tutto pretestuose. Tuttavia, se le considerassimo vere, lo Stato ha il dovere di attivare poteri di surroga nei confronti degli Enti locali ma anche nei confronti delle Amministrazioni parastatali inadempienti, rimuovendo i dirigenti incapaci che dimostrano da anni di non essere all’altezza del compito loro affidato.

Negli anni ‘60 il direttore generale dell’ANAS si opponeva alle decisioni politiche dell’allora governo e vivaddio l’allora Ministro dei L.L.P.P. Giacomo Mancini lo rimosse dalla carica e l’autostrada Salerno-Reggio Calabria si realizzò nei tempi stabiliti.

Oggi, sotto la coltre della criminalità organizzata, si giustificano ritardi che portano solo ad una sorta di "impresicidio" da parte dell’Impregilo, il tutto avallato dal dr. Ciucci.

Le cronache dei giornali di questi giorni sui provvedimenti interdittivi delle attività imprenditoriali di alcune imprese da parte delle prefetture chiariscono tutto.

E mentre Impregilo e Banca Popolare di Milano si ingrassano con profitti generosi, calabresi e siciliani sono alla fame.

A questo aggiungiamo la politica di Trenitalia guidata dal "compagno" Moretti che, sua sponte, ha deciso di "tagliare" i viaggi in ferrovia per la Calabria. Beffardo, addirittura, con i calabresi quando sul sito di quella società vengono indicati "sconti" per tutte le tratte ferroviarie, tranne che da e per la Calabria. Dato che non ci facciamo mancare niente, l’Alitalia ha deciso di abolire alcune linee aeree per l’aeroporto di Peggio (sic!) Calabria.

Orbene, caro Presidente, prima o poi, se questo andazzo non sarà rapidamente bloccato e se non ci sarà nell’immediato un’inversione di rotta, non c’è che da aspettarsi "la rivolta dei lazzaroni" che, ormai, non sono più i cafoni di togliattiana memoria.

La Costituzione garantisce alcuni diritti inalienabili ai cittadini italiani della Repubblica. Non ci sono cittadini calabresi o lombardi, siciliani o veneti, pugliesi o toscani, ma solo cittadini italiani con uguali doveri e altrettanto uguali diritti.

Presidente, Tu conosci bene la mia lealtà nei Tuoi confronti, sia personale che politica, ma il mio dovere principale da repubblicano, se vuoi, vecchio stampo (anche se i vecchi secondo qualche autorevole dirigente del PDL calabrese sono da rottamare: il sindaco di Firenze non è isolato!) mi indica imperiosamente la via della difesa dei più deboli, di coloro cioè che tanto hanno dato all’Italia e poco e niente hanno ricevuto. Per mio conto Ti dico subito: evita di fare affluire risorse finanziarie a chi non le sa utilizzare. I meridionali Ti apprezzeranno di più se per tuo conto farai realizzare infrastrutture materiali ed immateriali.

Infine mi preme ricordarTi che ho già presentato un disegno di legge per la costituzione di un’Agenzia per l’Area dello Stretto.

Se si dovesse realizzare il Ponte sullo Stretto, come pare sia, sarà necessaria un’intensa attività di coordinamento. La realizzazione di questa grande opera non riguarda i comuni di Villa San Giovanni e un quartiere di Messina, ma riguarda due città metropolitane: Reggio Calabria e Messina. Gli amministratori dell’ANAS evitino di acquisire consensi minimali; non solo non servono a nulla ma sono addirittura dannosi. C’è bisogno di consensi vasti che riguardano il futuro delle regioni meridionali, non soltanto di qualche quartiere che pure ha ragione da vendere.

Caro Presidente, chiudo questa mia lettera con un accorato appello: vieni a Peggio (sic!) Calabria in un giorno qualunque, in un’ora qualunque, senza avvertire nessuno se non i tuoi servizi di sicurezza. Viaggia in treno o in auto per poter verificare di persona quanto Ti ho descritto in questa lettera.

Con stima e amicizia,

On. Francesco Nucara